Blocco del conto da parte dell’Agenzia delle Entrate: cosa fare?
Indice:

Dopo quanto tempo il fisco blocca un conto corrente?
Le autorità fiscali possono bloccare il conto di un imprenditore per un periodo massimo di 72 ore, mentre il periodo di blocco del conto da parte delle autorità fiscali può essere esteso fino a tre mesi. La base per il blocco del conto di un imprenditore è una decisione del capo dell’Amministrazione fiscale nazionale.
Purtroppo la KAS è sempre più desiderosa di utilizzare lo strumento del blocco dei conti degli imprenditori. In pratica, questo può non solo significare problemi di mantenimento della liquidità finanziaria, ma può anche portare alla liquidazione dell’azienda o alla richiesta di fallimento da parte del consiglio di amministrazione. Per molti imprenditori si tratta di uno scenario irrealistico, ma le disposizioni dell’Ordinanza fiscale e le statistiche attuali non lasciano adito a illusioni. Il numero di conti bancari bloccati a favore degli imprenditori è in costante aumento.
La base per il blocco di un conto da parte dell’Ufficio delle imposte è l’indicazione che un operatore possa utilizzare le attività di una banca o di un’associazione cooperativa di risparmio e prestito per scopi connessi all’evasione fiscale o per attività finalizzate all’evasione fiscale e il blocco del conto è necessario per contrastarlo. In altre parole, si sospetta che il titolare del conto, ma soprattutto un cointestatario, possa utilizzare il conto per o in relazione alla commissione di reati fiscali o all’evasione fiscale. Questo particolare tipo di blocco del conto, a differenza del blocco effettuato sulla base delle disposizioni in materia di antiriciclaggio e di finanziamento del terrorismo, può essere appropriato solo in relazione a sospetti di frode fiscale consistenti principalmente nell’esaurimento di crediti di diritto pubblico.
In risposta alle domande Dopo quanto tempo l’ufficio fiscale bloccherà un conto, si può dire che il blocco avverrà immediatamente dopo che il capo dell’Amministrazione fiscale nazionale, sulla base di un’analisi del rischio condotta che copre i conti bancari dell’imprenditore, potrà essere utilizzato per l’estorsione fiscale.
Vale la pena di aggiungere che il blocco del conto è effettuato dal capo dell’Amministrazione fiscale nazionale e non da un ufficio fiscale specifico. Inoltre, il blocco del conto in questione non si applica ai pignoramenti effettuati su un conto bancario, ad esempio a seguito della richiesta di un creditore in un procedimento esecutivo.
Per quanto tempo l’ufficio delle imposte può bloccare un conto?
Il periodo di blocco di un conto bancario può essere di 72 ore e di altri 3 mesi. Nel caso di un cosiddetto blocco breve di 72 ore, l’imprenditore non ha alcun rimedio legale per impugnare tale blocco. Può essere relativamente difficile dimostrare che il blocco del conto da parte dell’ufficio fiscale era sbagliato, soprattutto se l’imprenditore vuole chiedere un risarcimento per la perdita subita a causa del blocco.
Anche nel caso di un blocco breve di 72 ore, possono verificarsi situazioni in cui, a causa dell’impossibilità di pagare alcuni servizi o beni, il commerciante può subire un danno sostanziale e misurabile, ad esempio l’incameramento di un deposito, la cancellazione del contratto da parte della controparte, gli interessi, ecc.
Per quali motivi l’Agenzia delle Entrate può bloccare un conto?
Il blocco di un conto bancario da parte dell’Agenzia delle Entrate deriva principalmente da un’analisi del rischio, praticamente in tempo reale, dei conti sottoposti a verifica da parte del Sistema Informativo e di Comunicazione della Camera di compensazione STIR. L’apertura di un nuovo conto qualificato, ma anche le operazioni effettuate sul conto, sono soggette a segnalazione. Pertanto, se gli algoritmi dello STIR rilevano anomalie o collegamenti con altri conti bancari sospetti, si può decidere di bloccare il conto. Lo STIR viene utilizzato, tra l’altro, per ricevere ed elaborare dati al fine di stabilire un indicatore di rischio e scambiare dati tra il Capo del KAS e le banche. L’indicatore di rischio viene determinato dalla stanza di compensazione nello STIR almeno una volta al giorno, sulla base di un’elaborazione automatica, se vengono rispettati gli obiettivi e le condizioni di cui alla presente sezione.
L’indicatore di rischio è determinato per il soggetto abilitato sulla base di algoritmi sviluppati dalla stanza di compensazione, tenendo conto delle migliori prassi del settore bancario e delle cooperative di risparmio e credito nella prevenzione dell’uso delle loro attività per reati penali e fiscali, nonché di:
- criteri economici – consistenti in una valutazione delle transazioni del soggetto abilitato attraverso il suo conto nell’ambiente economico, in particolare in termini di scopo dell’attività commerciale del soggetto abilitato, o nell’effettuare transazioni non giustificate dalla natura dell’attività commerciale del soggetto abilitato;
- criteri geografici – consistono nell’effettuare transazioni con entità di Paesi in cui esiste un elevato rischio di frode fiscale;
- criteri materiali – consistenti nello svolgimento di attività commerciali ad alto rischio da parte di un soggetto qualificato dal punto di vista della vulnerabilità alla frode fiscale;
- criteri comportamentali – consistenti nel comportamento insolito, in una determinata situazione, del soggetto abilitato;
- criteri di collegamento – consistenti nell’esistenza di legami tra il soggetto qualificato e soggetti a rischio di coinvolgimento o organizzazione di attività legate alla frode fiscale.
Ai sensi dell’articolo 119zv § 1 dell’Ordinanza sulle imposte:
Il capo dell’Amministrazione fiscale nazionale può richiedere il blocco del conto di un soggetto abilitato per un periodo non superiore a 72 ore se le informazioni in suo possesso, in particolare i risultati dell’analisi dei rischi di cui all’articolo 119zn, paragrafo 1, indicano che il soggetto abilitato può utilizzare le attività delle banche o delle cooperative di risparmio e credito per scopi legati all’estorsione fiscale o per attività finalizzate all’estorsione fiscale, e il blocco del conto del soggetto abilitato è necessario per contrastarlo.
Come fa l’Agenzia delle Entrate a bloccare un conto?
Le autorità fiscali bloccano i conti correnti e i conti accessori di un uomo d’affari collegati o utilizzati per le attività commerciali. I regolamenti non consentono alla KAS di imporre il blocco dei conti bancari a persone fisiche utilizzate per scopi privati. I regolamenti utilizzano la definizione di entità qualificata e la definizione di conto di entità qualificata.
Ai sensi dell’articolo 119zg(4) dell’Ordinanza fiscale, un soggetto qualificato, ossia un soggetto i cui conti possono essere bloccati, è considerato come:
(a) una persona fisica che è un imprenditore ai sensi dell’articolo 4, paragrafo 1, della legge del 6 marzo 2018. – Legge sugli imprenditori,
(b) una persona fisica che esercita un’attività lucrativa autonoma e che non è un imprenditore ai sensi della legge di cui alla lettera a),
(c) una persona giuridica,
(d) un’unità organizzativa priva di personalità giuridica a cui la Legge conferisce capacità giuridica;
A sua volta, al punto 5 troviamo l’indicazione che il conto di un’entità qualificata è
(a) il conto di regolamento di cui all’articolo 49, paragrafo 1, punto 1, della legge del 29 agosto 1997. – Legge bancaria, di un soggetto abilitato,
b) il conto di deposito a termine del soggetto abilitato,
(c) il conto di un membro di un’unione di risparmio e credito cooperativo che è un’entità qualificata,
(d) un conto IVA ai sensi dell’articolo 2, paragrafo 37, della Legge dell’11 marzo 2004 sull’imposta sul valore aggiunto e l’imposta sui servizi, mantenuto per il conto di cui ai punti (a) o (c);
L’ufficio fiscale blocca il conto inviando una richiesta alla banca indicando il numero di conto e il periodo di blocco del conto.
L’Ufficio delle imposte vi informa quando il vostro conto è bloccato?
La banca o l’unione di risparmio e credito cooperativo, non appena ricevuta la richiesta di KAS di bloccare un conto, annoterà la data e l’ora di ricezione della richiesta ed eseguirà il blocco impedendo qualsiasi operazione sui conti bloccati. La banca e l’unione di risparmio e credito cooperativo non riveleranno al titolare del conto le informazioni relative alla trasmissione della richiesta o al blocco del conto dell’entità qualificata.
Una banca e una cooperativa di risparmio e credito informano solo su richiesta del titolare del conto sull’inoltro di una richiesta o sul blocco di un conto di un’entità qualificata, dopo che il capo dell’Amministrazione fiscale nazionale ha confermato che tutte le richieste inoltrate di blocco dei conti di tale entità qualificata sono state eseguite. Ciò significa che se ci rendiamo conto di non poter effettuare alcuna operazione con il conto, dobbiamo richiedere alla banca le informazioni pertinenti il prima possibile.
Cosa fare se l’ufficio delle imposte ha bloccato il conto?
È stato sottolineato in precedenza che nel caso di un breve blocco del conto per 72 ore, non c’è molto che un contribuente o un imprenditore possa fare a parte stabilire il blocco stesso ed eventualmente prepararsi a presentare un reclamo nel caso in cui il capo della KAS emetta una decisione di blocco del conto per 3 mesi. Inoltre, è opportuno riconoscere le possibili conseguenze di un tale blocco e prendere le prime misure per ridurle al minimo.
Il capo del KAS può emettere una decisione di blocco di un conto se c’è il giustificato timore che il contribuente non adempia a un debito fiscale esistente o in procinto di sorgere o a un debito per responsabilità fiscale di terzi, che superi l’equivalente di 10.000 euro convertiti in PLN secondo il tasso di cambio medio dell’euro annunciato dalla Banca Nazionale di Polonia l’ultimo giorno lavorativo dell’anno precedente a quello in cui è stata emessa la decisione. Va tenuto presente che si tratta di un importo di circa PLN 45.000.
Dopo l’emissione di una decisione da parte del capo del KAS di bloccare un conto per un determinato periodo di tempo, comunque non superiore a 3 mesi, e la sua consegna al contribuente, quest’ultimo ha un periodo di 7 giorni per presentare un reclamo contro la decisione, che viene preso in considerazione dall’autorità che ha emesso la decisione. Se il reclamo non è efficace, l’imprenditore può e deve presentare un reclamo al tribunale amministrativo, che ha 30 giorni per esaminare il reclamo. A questo punto è opportuno sottolineare che la procedura di ricorso in caso di blocco del conto da parte dell’ufficio delle imposte è diversa rispetto al blocco del conto effettuato in base alle disposizioni della legge del 1° marzo 2018. sulla prevenzione del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo.
Il ruolo del tribunale in un procedimento relativo a un reclamo contro il blocco di un conto da parte delle autorità fiscali è quello di esaminare se vi siano motivi nel caso che rendano plausibile il blocco del conto.
Prelievo di fondi da un conto bancario bloccato dall’ufficio delle imposte
La normativa consente un uso limitato di un conto bancario bloccato dall’ufficio delle imposte. Come promemoria, non si tratta di un sequestro da parte dell’ufficiale giudiziario, ma del blocco di un conto bancario da parte dell’ufficio delle imposte a causa di un ragionevole sospetto che il conto venga utilizzato per frodi fiscali.
Su richiesta del contribuente, il capo di KAS può autorizzare, con un’ordinanza, il prelievo di fondi dal conto dell’imprenditore bloccato. L’autorizzazione può riguardare solo:
- retribuzione per lavoro pagata sulla base di un contratto di lavoro stipulato almeno 3 mesi prima della data di blocco del conto di un soggetto qualificato, insieme all’anticipo dell’imposta sul reddito delle persone fisiche e dei contributi di assicurazione sociale dovuti sulla retribuzione pagata – dietro presentazione di una copia del libro paga e di un documento dell’Istituto di previdenza sociale che confermi la notifica dell’assicurazione sociale ai sensi del contratto di lavoro;
- alimenti o pensione di mantenimento – su presentazione di un titolo che attesti l’obbligo del soggetto qualificato di pagare gli alimenti o la pensione.
Il capo della KAS stabilisce l’importo dei fondi da versare, anche a un dipendente e a una persona avente diritto agli alimenti o a una pensione di natura alimentare concessa a titolo di risarcimento, corrispondente all’importo della retribuzione minima per il lavoro stabilita in base alla legge del 10 ottobre 2002 sulla retribuzione minima per il lavoro.
Inoltre, il capo del KAS può acconsentire a:
- il pagamento di un debito fiscale o di un dazio doganale prima della data di pagamento dal conto bloccato del soggetto abilitato – su richiesta del soggetto abilitato contenente l’indicazione del debito fiscale o del dazio doganale, del suo importo e del responsabile dell’ufficio fiscale competente per la riscossione;
- sblocco dei fondi dal conto bloccato del soggetto abilitato – su richiesta del soggetto abilitato in casi particolarmente giustificati.