Il rimpianto attivo non sempre protegge dalla responsabilità
Indice:

Che cos’è il rimpianto attivo?
Il pentimento attivo è un istituto giuridico previsto dal Codice penale fiscale che consente di evitare la responsabilità per un reato o una trasgressione fiscale. In forma semplificata, il pentimento attivo consiste nella presentazione, da parte dell’autore di un reato o di un’infrazione fiscale, di una notifica all’ufficio competente in cui si comunica che è stato commesso un atto vietato. Tale notifica deve includere anche la comunicazione da parte dell’autore di tutte le circostanze in cui l’atto è stato commesso, sia le modalità con cui si è verificato sia la comunicazione di altre persone che vi hanno partecipato. La presentazione di un effettivo ravvedimento operoso esclude la punibilità per reati o illeciti fiscali.
Quando si può ricorrere all’istituto del rimpianto attivo?
Nella pratica, molto spesso prevale la convinzione che la presentazione di un pentimento attivo e il pagamento dell’imposta ridotta o la presentazione di una correzione della dichiarazione portino alla completa esenzione dalla pena per il reato commesso. Questa convinzione è errata, per cui è necessario consultare un avvocato che si occupi di reati fiscali e tributari prima di presentare un pentimento attivo, ad esempio in caso di reati di fatturazione, di evasione dell’IVA, di false dichiarazioni nel modulo MDR-3, di dichiarazioni relative al PIT-2. La presentazione di un pentimento attivo in un caso del genere potrebbe rivelarsi del tutto inefficace e costituire una sorta di riconoscimento della commissione di un atto criminale.
Il pentimento attivo è un istituto del diritto penale tributario e non protegge dalla responsabilità per atti vietati perseguiti penalmente (reati descritti nel Codice penale) o per atti vietati descritti nelle cosiddette disposizioni penali extracodicistiche.
Come presentare efficacemente un rimpianto attivo?
Prima di presentare un pentimento attivo, è essenziale analizzare l’origine dell’illecito e la sua natura. Quale atto può essere stato commesso, quando, in quali circostanze? È poi necessario mettere in relazione il momento dell’atto con la legislazione in vigore all’epoca, che potrebbe essere cambiata. Occorre poi verificare quali norme si applicheranno al reato fiscale commesso e quali responsabilità fiscali o penali ne deriveranno.
Una volta accertato e analizzato il tutto, preferibilmente con un avvocato o un consulente legale che si occupi di diritto penale tributario e diritto penale d’impresa, si può decidere se presentare un reclamo attivo e preparare un avviso appropriato.
Ricordate, se c’è il rischio che il pentimento attivo non sia efficace per quanto riguarda l’intera condotta divulgata o se c’è il ragionevole sospetto che le autorità stiano già perseguendo il caso, è meglio astenersi dal presentare un pentimento attivo.
A cosa fare attenzione quando si presenta un rimpianto attivo?
Come sappiamo, un rimpianto attivo deve essere fatto in modo efficace per tutelarsi dalla responsabilità. È facile capire che la protezione dalla responsabilità penale può essere applicata a una persona specifica. Da ciò emerge una questione molto importante: chi deve presentare un reclamo attivo? Dopo tutto, non è la società o l’azienda a presentare il reclamo attivo. Il ricorso attivo deve essere presentato da una persona specifica, l’autore del reato. Pertanto, quando si considera la possibilità di presentare un pentimento attivo, occorre analizzare molto attentamente chi deve e può presentare un pentimento attivo in una determinata situazione di fatto. La presentazione di un pentimento attivo da parte della persona sbagliata può solo aumentare la sofferenza dell’effettivo autore del reato fiscale.
Il secondo punto importante a cui prestare attenzione quando si presenta un rimpianto attivo è la tempistica dello stesso. Un rimpianto attivo sarà presentato efficacemente, in particolare, quando le autorità non sono a conoscenza dell’atto criminale segnalato. Si tratta di una questione piuttosto controversa, in quanto l’autorità può cercare di escludere gli effetti del rimpianto attivo sottolineando che era a conoscenza delle circostanze della commissione dell’atto prima che l’autore del reato presentasse il rimpianto attivo. Infine, ma non meno importante, il ravvedimento operoso è anche legato alla presentazione di una correzione giuridicamente efficace della dichiarazione dei redditi. Alcune disposizioni indicano addirittura il momento in cui la presentazione di una rettifica alla dichiarazione dei redditi sarà legalmente efficace. Occorre prestare particolare attenzione a questo aspetto.
Un’altra questione importante che riguarda gli aspetti a cui prestare attenzione nel caso di pentimento attivo è quella della corretta e sapiente preparazione della notifica stessa. Per essere efficace, l’istituto del pentimento attivo implica non solo la rivelazione dell’atto criminoso, ma soprattutto, cosa che spesso si dimentica, la rivelazione delle circostanze rilevanti della sua commissione, compresi i complici. Anche in questo caso, sarà utile il supporto di un avvocato che si occupi di questioni commerciali e, soprattutto, di diritto penale fiscale e reati economici. Nel caso di alcuni atti, come la mancata presentazione di una determinata dichiarazione dei redditi o la mancata emissione di una singola fattura, la descrizione dell’atto sarà molto semplificata. Tuttavia, ci possono essere situazioni, soprattutto se sono coinvolte altre persone, in cui la descrizione dell’atto e di tutte le circostanze richiederà una motivazione ampia e dettagliata. La questione fondamentale è l’identificazione appropriata e corretta delle altre persone. Il pentimento attivo deve essere fatto dall’autore o dagli autori del reato.
L’ultima cosa è, ovviamente, il pagamento delle imposte e degli interessi se, a causa di un reato o di un atto criminale, non sono stati pagati in tempo o nell’importo corretto.
Dove presentare un reclamo attivo?
Ai sensi dell’articolo 16, paragrafo 1, del Codice penale fiscale, la notifica deve essere presentata a un’autorità incaricata dell’azione penale. Il concetto di autorità incaricata dell’azione penale non è stato spiegato né nel Codice penale fiscale né nella Legge sull’amministrazione fiscale nazionale. Pertanto, fino ad oggi, una denuncia attiva veniva presentata all’ufficio fiscale competente per il luogo di residenza o la sede legale del contribuente. A partire da gennaio 2023, i capi di 16 uffici fiscali sono stati incaricati di condurre i procedimenti preparatori e di comparire davanti al giudice in materia penale fiscale e ai sensi della legge sulla contabilità. Uno in ogni provincia. Questo può portare a dubbi su quale autorità un trasgressore debba presentare un reclamo attivo.
A mio avviso, può sempre essere l’autorità competente per la residenza o la sede legale. Il Ministero delle Finanze indica che la presentazione di un reclamo attivo all’autorità sbagliata non renderà inefficace tale notifica. L’autorità sbagliata la inoltrerà al responsabile dell’ufficio fiscale competente senza causare alcuna conseguenza negativa per la parte.
Modifiche normative
Dal 1° gennaio 2022 sono entrate in vigore modifiche molto significative al Codice penale fiscale in relazione all’entrata in vigore delle disposizioni che introducono il cosiddetto Polish Deal. Fino a poco tempo fa, la correzione di una dichiarazione dei redditi presentata ai sensi dell’articolo 16a del Codice penale fiscale consentiva di evitare la punizione per un reato fiscale.
La presentazione di una correzione della dichiarazione fiscale e il pagamento dell’imposta risultante da tale correzione hanno permesso all’imprenditore di evitare la responsabilità penale fiscale. Sapendo che le autorità fiscali effettuano controlli fiscali sugli imprenditori, gli stessi imprenditori, al fine di evitare procedimenti a loro carico, si sono rivolti alla protezione prevista dall’articolo 16a del Codice Civile. Per comprendere appieno la natura delle modifiche, vale la pena di esaminare la precedente formulazione dell’istituto del pentimento attivo previsto dall’articolo 16a del CCC.
Articolo 16a (nella versione fino al 31.12.2021r)
Chi ha presentato una correzione legalmente efficace, ai sensi delle disposizioni della Legge sull’Ordinamento Fiscale o ai sensi delle disposizioni della Legge del 16 novembre 2016 sull’Amministrazione Fiscale Nazionale, di una dichiarazione fiscale e ha pagato per intero, immediatamente o entro il termine stabilito da un ente autorizzato, il credito pubblico che è stato o rischia di essere esaurito. non è soggetto a punizione per un reato fiscale o un’infrazione fiscale.
Ai fini dell’applicazione di questa disposizione, era irrilevante che l’autorità stesse conducendo un procedimento preliminare contro il contribuente. In caso di presentazione di una correzione legalmente efficace della dichiarazione dei redditi, il contribuente non era soggetto e il procedimento fiscale veniva interrotto.
Con l’entrata in vigore dell’Ordinanza polacca, la situazione degli imprenditori è cambiata notevolmente. A loro svantaggio, ovviamente. Se si tiene conto del fatto che le autorità fiscali non sono obbligate a notificare al contribuente l’avvio del procedimento, l’imprenditore, quando presenta un pentimento attivo e una correzione della dichiarazione dei redditi, non ha alcuna certezza che queste azioni saranno efficaci, ovvero che riuscirà a evitare la responsabilità penale. Peggio ancora, la presentazione di un pentimento attivo, la correzione della dichiarazione dei redditi e il pagamento dell’imposta comportano un’ammissione di colpa da parte del contribuente.
La modifica, entrata in vigore il 1° gennaio 2022, significa che se il procedimento preliminare è stato avviato prima della presentazione di un reclamo attivo e della presentazione di una dichiarazione dei redditi corretta e di fatto corretta, non sarà possibile sottrarsi alla responsabilità.
Articolo 16 bis. [§ 1. L’autore di un reato di presentazione di una dichiarazione o di invio di un registro non è punibile per un reato fiscale se, dopo aver commesso il reato, è stata presentata all’autorità fiscale una correzione giuridicamente efficace della dichiarazione o del registro relativa all’obbligo il cui inesatto adempimento costituisce il reato.
§ (2) Se, in relazione all’atto criminoso di cui al § 1, è stato sottratto un credito di diritto pubblico, questa disposizione si applica solo se il credito è stato pagato immediatamente, ma non oltre il termine fissato dall’autorità preposta alle indagini finanziarie.
§ (3) La disposizione del § 1 non si applica se, prima della presentazione di una rettifica a una dichiarazione o a un registro, è stato avviato un procedimento preparatorio per un reato fiscale o un illecito fiscale o se tale reato fiscale o illecito fiscale è stato rivelato nel corso del procedimento preparatorio in corso.
Ciò significa che, nonostante la rettifica depositata della dichiarazione, il procedimento cautelare può proseguire e ciò significa che il decorso del termine di prescrizione del debito fiscale è sospeso e il procedimento cautelare può proseguire fino al decorso della prescrizione penale.